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“Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche”: Un Ponte Verso un Futuro Sostenibile

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“Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche”: Un Ponte Verso un Futuro Sostenibile

In consultazione il documento del Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

È indubbio che nel contesto attuale di crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG), le piccole e medie imprese (PMI) rivestono un ruolo cruciale nel promuovere politiche di sostenibilità in linea con gli indirizzi provenienti dai diversi livelli regolatori, nazionale, europeo ed internazionale.

In un simile scenario si colloca il documento “Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche“, emanato dal Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile e attualmente in consultazione pubblica fino al 2 agosto 2024, il quale mira a facilitare e standardizzare lo scambio di informazioni di sostenibilità tra PMI e istituti bancari nell’ottica di migliorare l’accesso al credito delle PMI.

1. La Normativa di Riferimento ed il Contesto Europeo

Il quadro normativo europeo in materia di sostenibilità ha visto negli ultimi anni un significativo rafforzamento delle relative disposizioni.

La regolamentazione della materia è stata aperta dalla Non-Financial Reporting Directive (NFRD)Direttiva 2014/95/UE recepita in Italia con il D.Lgs. 254/2016 a cui è seguita la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) Direttiva 2022/2464 recepita in questi giorni in Italia con un Decreto Legislativo approvato dal Governo.

Caratteristica di quest’ultima è stato quello di ampliare il perimetro delle imprese tenute a fornire informazioni non finanziarie, estendendo il numero dei soggetti obbligati a pubblicare la rendicontazione di sostenibilità dalle poche centinaia (all’incirca 200) sotto la vigenza della NFRD ad alcune migliaia (si stima circa 4.000 in Italia e quasi 12.000 in Europa).

La CSRD, in particolare, richiede alle imprese di pubblicare informazioni dettagliate sui loro impatti ambientali, sociali e di governance, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e consentire una migliore valutazione dei rischi e delle opportunità di sostenibilità.

Accanto alla CSRD, poi, si colloca la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD), attualmente ancora in fase di proposta di direttiva, che prescrive alle imprese di identificare, prevenire, mitigare e rendere conto degli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente nelle loro catene di valore.

L’obiettivo di tale provvedimento è di responsabilizzare le imprese lungo l’intero ciclo di vita dei loro prodotti e servizi, incentivando comportamenti più etici e sostenibili.

A completare l’attuale panorama normativo in materia, infine, intervengono il Regolamento (UE) 2019/2088 sull’informativa di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (SFDR) ed il Regolamento (UE) 2020/852 sulla tassonomia delle attività sostenibili, i quali richiedono ai soggetti obbligati – tra cui le istituzioni finanziarie – di riportare informazioni dettagliate sui rischi e impatti di sostenibilità.

Tali regolamenti facilitano l’allineamento degli investimenti con gli obiettivi di sostenibilità dell’UE, promuovendo una finanza più verde e responsabile.

2. Perché Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche

Il documento nasce dall’esigenza di creare un’interlocuzione strutturata e standardizzata tra le PMI e le banche in merito alle informazioni di sostenibilità.

Come viene sottolineato, “le imprese di dimensione piccola o media (PMI), che hanno una presenza predominante nel tessuto produttivo italiano, potranno svolgere un ruolo centrale nella transizione” verso un’economia più sostenibile.

Tuttavia, le PMI incontrano spesso difficoltà nell’accesso al credito a causa della mancanza di informazioni esaustive sulla sostenibilità.

Obiettivo, quindi, perseguito dal Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile attraverso il Dialogo di Sostenibilità è quello di:

  • Facilitare lo scambio di informazioni tra PMI e banche;
  • Aumentare la consapevolezza delle PMI sull’importanza delle informazioni di sostenibilità;
  • Porre le basi per iniziative di formazione e progetti pilota volti a innalzare le competenze delle PMI in materia di sostenibilità.

3. Struttura del Documento

Il documento è suddiviso in più parti, ciascuna focalizzata su un aspetto specifico della sostenibilità, in modo da poter orientare più facilmente l’organizzazione della raccolta e della comunicazione delle informazioni di sostenibilità dalle PMI alle banche.

3.1 Informazioni Generali

Nella sezione relativa alle informazioni generali si affrontano i temi dei dati di base, nonché delle informazioni sulle attività legate ai combustibili fossili e sulle politiche di sostenibilità interne che sono necessari per una introduzione del contesto di riferimento della PMI.

Ciò per consentire una valutazione accurata del rischio di transizione, essenziale per le banche che devono valutare l’allineamento delle attività economiche alle normative ESG.

E dunque sotto tale aspetto alle PMI viene proposta una tabella che include il numero di unità operativa, il fatturato annuo e, in mancanza di tale dato, il numero di dipendenti per unità operativa.

3.2 Mitigazione e Adattamento al Cambiamento Climatico

La parte sul climate change include la reportistica dei dati sulle emissioni di gas serra (Scope 1, 2 e 3), efficienza energetica degli edifici, e misure adottate per la riduzione delle emissioni.

Da questo punto di vista le linee guida per le PMI prescrivono di indicare il consumo totale di energia, distinguendo tra fonti rinnovabili e non rinnovabili, e di fornire dati sulle emissioni annuali di gas serra.

Le aziende, inoltre, dovranno dichiarare l’eventuale rating climatico/ambientale ottenuto fornendo altresì dettagli sui settori ad alto impatto climatico dai quali derivano i loro ricavi.

3.3 Gli aspetti ambientali

Sul piano ambientale, le informazioni richieste includono aspetti come la gestione dei rifiuti, l’uso dell’acqua, e l’adozione di pratiche agricole sostenibili.

Le PMI, inoltre, devono indicare anche se operano in settori ad alto impatto climatico, comprese le emissioni di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo che i propri processi possono potenzialmente implicare.

Tra gli altri aspetti, devono essere riportati la quantità annua di acqua consumata, il prelievo idrico da zone a elevato stress idrico e le emissioni annuali di sostanze inquinanti.

3.4 La sezione sociale

Con riferimento all’aspetto sociale ciò che viene richiesto alle piccole e medie imprese è di indicare i dati sul personale dipendente, inclusi numero di dipendenti, suddivisione per genere, inquadramento, eventuali incidenti sul lavoro e giornate perse a causa di infortuni.

Devono, inoltre, essere riferite le iniziative intraprese in tema di inclusione e diversità, riportando altresì i dati sul divario retributivo tra lavoratori uomini e donne oltre al numero di eventuali incidenti in materia di diritti umani o legati a casi di discriminazione che possono aver determinato sanzioni o provvedimenti definitivi.

3.5 La parte Governance e Condotta Aziendale

Sul fronte governance le PMI devono descrivere le politiche aziendali in materia di anticorruzione, segnalazione delle violazioni, e conformità normativa riportando, ad esempio, se sia stato adottato un modello 231 e/o un codice etico, nonché eventuali sistemi di whistleblowing.

Occorre poi riferire in merito a “Numero di condanne e importo delle ammende inflitte per violazioni delle leggi contro la corruzione attiva e passiva.”

4. Risvolti Pratici per le PMI

A fronte degli sforzi richiesti per conformarsi alle normative di sostenibilità, le PMI possono ottenere significativi benefici.

La disponibilità di informazioni di sostenibilità, infatti, consente loro di misurare accuratamente i rischi e di pianificare meglio gli investimenti, migliorando l’accesso a finanziamenti a condizioni sicuramente più favorevoli.

Una maggiore trasparenza in materia di sostenibilità, inoltre, può rafforzare la competitività delle piccole e medie aziende, con l’offerta di prodotti e servizi più sostenibili ed una maggiore resilienza rispetto agli shock economici e ambientali.

Trattasi di un lavoro che segna un passo importante nella direzione di stimolare le PMI ad una maggiore attenzione ai temi ESG, partendo dai bisogni che esse hanno, soprattutto in ambito finanziario, ove le premialità sono maggiori per aziende che dimostrano di aver definito ed attuato politiche realmente sostenibili.

E se è vero che “ il contenuto del Documento non possa considerarsi esaustivo di tutte le informazioni che le banche potranno ritenere, individualmente, di richiedere alle proprie controparti” è altrettanto vero che “con la sua predisposizione il Tavolo mira a promuovere un modello di riferimento per le PMI per la trasmissione delle informazioni di sostenibilità alle banche nell’ambito dei rapporti creditizi, evitando, nei limiti del possibile, la proliferazione di richieste complesse e diversificate, e per questo onerose.”

Avv. Adamo Brunetti

Scarica qui il documento

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