L’UIF ha pubblicato uno studio per proporre un sistema di indicatori di rischio corruttivo negli appalti pubblici italiani.
30/10/2024 2024-10-30 9:18L’UIF ha pubblicato uno studio per proporre un sistema di indicatori di rischio corruttivo negli appalti pubblici italiani.
L’UIF ha pubblicato uno studio per proporre un sistema di indicatori di rischio corruttivo negli appalti pubblici italiani.
Recentemente è stato pubblicato dall’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) lo Studio n. 23 della serie Quaderni dell’antiriciclaggio – settembre 2024, dal titolo “Corruption risk indicators in public procurement: A proposal using Italian open data”.
Sfruttando i dati dell’ANAC, lo studio identifica 12 indicatori che, analizzati insieme, segnalano potenziali comportamenti corruttivi nelle gare d’appalto. In sintesi, lo studio dell’UIF rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla corruzione negli appalti pubblici, offrendo uno strumento utile per prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali.
Infatti, nonostante le numerose riforme legislative introdotte negli anni, il settore degli appalti pubblici italiani rimane particolarmente esposto al rischio di corruzione. Tale vulnerabilità è aggravata dal forte interesse criminale, in particolare volto ad appropriarsi delle ingenti risorse stanziate nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In questo contesto, l’implementazione di un sistema efficace di monitoraggio dell’allocazione delle risorse pubbliche si rivela cruciale per incrementare l’efficienza della pubblica amministrazione e contrastare l’infiltrazione mafiosa nell’economia. L’utilizzo di indicatori di rischio per tali scopi è ormai una pratica consolidata a livello internazionale.
Sulla base di studi preesistenti e utilizzando i dati pubblici dell’ANAC, lo studio propone una serie di dodici indicatori volti a quantificare la probabilità di comportamenti corruttivi nelle gare d’appalto. Questi indicatori, calcolati su un campione di gare pubblicate tra il 2018 e il 2023, individuano specifiche caratteristiche delle gare o dei processi di aggiudicazione che possono segnalare un potenziale rischio di corruzione.
Aggregando questi indicatori in un unico indice sintetico, è possibile identificare le gare che presentano una combinazione di fattori di rischio. Analizzando l’1% delle gare con il punteggio più elevato, si osserva una concentrazione nel settore dei servizi speciali e nelle forniture.
Attraverso l’analisi di dati confidenziali sulla criminalità organizzata, è stata condotta una validazione degli indicatori proposti. I risultati dimostrano che le imprese potenzialmente collegate a contesti mafiosi ottengono, in media, punteggi di rischio significativamente più alti rispetto alle altre imprese. In particolare, queste gare sono caratterizzate da una minore trasparenza nella fase post-aggiudicazione, da una concorrenza limitata e da un maggiore utilizzo di discrezionalità da parte delle stazioni appaltanti.
Gli indicatori a livello di singola gara possono essere aggregati per calcolare un indice di rischio a livello di stazione appaltante. L’analisi di oltre 10.000 stazioni appaltanti ha evidenziato che il settore sanitario presenta i valori medi più elevati dell’indice di rischio, mentre le centrali di committenza registrano valori significativamente più bassi.
Lo studio ha inoltre analizzato il problema della carenza di dati, causata dall’omessa comunicazione di informazioni da parte delle stazioni appaltanti. Questa carenza di dati, più evidente nelle piccole stazioni appaltanti del Sud e delle Isole, può portare a una sottostima del rischio corruttivo in queste aree.
Gli indicatori proposti offrono numerose opportunità di applicazione nell’ambito della prevenzione e del contrasto alla criminalità economica. Possono essere utilizzati per elaborare mappe di rischio a livello territoriale e settoriale, per arricchire le analisi informative delle autorità competenti e per orientare le attività di controllo sull’utilizzo dei fondi pubblici, incluso il PNRR.
Le imprese “a rischio” tendono a vincere gare con minore trasparenza, meno concorrenza e maggiore discrezionalità da parte delle stazioni appaltanti. Gli indicatori proposti hanno diverse applicazioni pratiche, come il monitoraggio delle gare, la classificazione delle stazioni appaltanti e delle imprese, e il supporto alle attività di indagine. In particolare, possono aiutare a identificare le aree geografiche e i settori più a rischio di infiltrazioni mafiose.
Per scaricare il documento clicca qui: quaderno-23-2024.pdf (bancaditalia.it)
Avv. Adamo Brunetti